Funzioni e Arcani

 

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Sesso

Una società sessuofobica parla talmente tanto di sesso (per esorcizzarlo) da non sapere più che sia.

 

  .. il sesso fu inventato per distruggere l’amore sessuale, così il linguaggio fu inventato per distruggere la comunicazione, che a sua volta viene usata per distruggere la comunione. La strategia è di usare ciò che ci distrugge per distruggere ciò che ci distrugge, in modo da liberare specifiche zone di speranza.” 

(La grammatica del vivere, David Cooper)”

 

 

Ma perché sessuofobica? Perché questo linguaggio (il sesso) smaschera ogni inganno?

 

Che ci si svesta completamente o parzialmente, comunque la tendenza è mettersi a nudo (8 Forza). La materia tocca la materia dell’altro e, bene o male, ne resta contagiata.

 

Entrano in gioco tutte le funzioni : l’impulso, il sentimento, il riconoscimento di entrambi e se li orienta il medesimo proposito.  La concretizzazione della manifestazione non dipende solo da uno, bisogna adeguarsi all’altro e aver cura che si adatti.

Ma è il sentimento che guida. Non nel senso di amore verso l’altro, bensì nel percepire l’altro fisicamente (fisico, in greco significa natura), cioè naturalmente, e il sentire. Per quanto uno si mascheri, qualcosa di vero salterà fuori.

Ma è proprio dei sentimenti che ci si vergogna, perché ci hanno insegnato che alcuni non sono “buoni”.

 

Eppure un sentimento non è mai sconveniente. Nemmeno l’odio. E’ semplicemente qualcosa che si affaccia da se. Naturale, non riprovevole. Il problema è l'eventuale intenzione razionalizzata che lo trasforma in strumento  che lo dirotta snaturando la funzione.

 

Se non sento non so il perché dell’impulso. Se so il perché dell’impulso posso capire il sentimento successivo (piacere, delusione, imbarazzo,..) e contenerlo. E comunicarlo con chiarezza.

Non essendo soli, la manifestazione è essenziale e anche confrontarla con l’altro, per decidere se e come orientare l’impulso, senza inutili fraintendimenti.  

 

Che accade in una relazione sessuale?

Il principio attivo che muove verso l’altro e quello passivo che apre e lascia penetrare il sentimento dell’altro (Mago-Carro e Papessa-Forza) sono in vibrazione. In qualche modo ci si collega (Imperatrice) e cosa ne deriverà lo si saprà dopo (Imperatore). L’atto manifestato sarà per propria gratificazione o soddisfazione reciproca e su questo ci si confronta per scegliere se seguire una via comune o proseguire su strade separate (Papa-Amanti).

 

Si può cercare di comprendere i confini, propri e altrui, per superarli e assumersi la responsabilità del rapporto (Eremita -Ruota). Nel rispetto della libertà reciproca (Giustizia) a cui ci si arrende (Appeso). Rinascendo altro rinnovato (Morte) dallo scambio con l’opposto (Temperanza).

Oppure si può cercare asilo alla propria solitudine in una rapporto-struttura che rassicuri, inglobi (Eremita - Ruota – Appeso). Incapaci di essere individui liberi (Giustizia). Ci si mortifica (Morte) e annega (Temperanza).

O, molto più semplicemente, ci si riconosce (estranei, affini .. del tutto o parzialmente) .. e lo si accetta (Eremita -Ruota) e, a onor del vero (Giustizia), si sospende e annulla lo scambio o si sacrifica una parte per trasformarlo in “misura” (Appeso- Morte- Temperanza).

 

Il rapporto sessuale è un test : le funzioni vengono messe a nudo, direttamente o indirettamente, mostrando tutte le smagliature che ci sono.  

 

La funzione diabolica, del  portare il dentro fuori e viceversa, manifesta l’uso che si fa dei due principi e il collegamento fra loro.  

 

Il Diavolo, l’arcano numero 15, è percezione della duplicità e tentativo di “catturarla” attraverso l’altro, l’opposto, per conoscerla e assimilarla. Mescolato al desiderio di strangolare la materia in cui si penetra, quella dell’altro e la propria.

E’ confronto diretto con le motivazioni implicite.

Quale bisogno viene soddisfatto, il puro impulso alla soddisfazione dell’ego o il desiderio di fusione totale? Quale sentimento? E in quale relazione stanno .. falsata o precisa? L’importante è che sia chiaro. Perché ci sia comunque rispetto e cura dell’ “avversario”, che manifesterà nell’atto, a sua volta, tutto questo in un modo o nell’altro.

 

Il puro impulso chiede, naturalmente (come le altre funzioni), di imparare prima di trasformarsi in desiderio d’unione. Di essere educato. Prima di poter dire quale cibo piace, bisogna assaggiarne.

Fin qui tutto bene.

L’uso improprio è sconveniente, come per ogni funzione. Cioè adoperarlo per ottenere qualcosa, non dire no per non rischiare di perdere qualcosa rifiutando (essere accettati, non essere abbandonati .. o altro che sia). Per dimostrare la propria potenza, per soggiogare. E via.

Dire “E’ peccato” non ci sposta di una virgola. Rispetto a cosa?

 

Dal sesso nasce la vita. Per questo è Tabù, che non significa soltanto interdetto, ma anche sacro e quindi andrebbe trattato con cura. Al di là di ogni concetto morale.

 

Quindi se è sacro è strettamente connesso al sentire. E il sentire senza libertà è un po’ sordo.

Libertà, innanzi tutto, dalla paura del “contagio” che trasformerà. Dal sentirsi “non buoni”, che può confondere.

 

Bloccare i sentimenti porta a emozioni invasive, a uno scompenso che può tradursi in rifiuto-rigidità o in eccesso promiscuo (16 Torre, 15 Diavolo). Oppure entrambi a fase alterne.

Superata la naturale fase di sperimentazione, un’abituale promiscuità tradisce questo blocco. Porta al bisogno di emozioni-esperienze continuamente nuove o forti, perché altrimenti non si percepisce alcunché. Tuttavia, in quanto surrogati, non saturano.

 

Non c’è ancora una coscienza così ampia, comprensiva cioè di ogni essere umano (generalmente non va oltre l’uscio del gruppo cui si sente di appartenere), da poter pensare che la promiscuità sia amore libero. Chiamiamola per quello che è, nella sua veste naturale confronto e esperienza di sé e dell’altro. Compensazione e condizionamento culturale, se se ne s-parla troppo. Oggi, nella nostra cultura, è soprattutto un urlare battendo i piedi per la paura. Troppo naturale per una società cosiddetta civile.

 

La paura dei sentimenti, di nuovo,  perché si è stati rifiutati per quello che si è: liberi e sacri.

La paura che si smaschera usando il sesso come una dimostrazione di libertà, dissacrandolo perché si strumentalizza  l’altro anche inconsapevolmente, con tutte le conseguenze che ne derivano. Si applica la tecnica del potere, del dimostrare anziché del piacere, del lasciarsi andare (a essere ciò che si è).

 

Nel rapporto sessuale si è nudi come nelle braccia della mamma.

Che questo abbraccio possa influenzare?

Allora se la madre, partendo dal presupposto, vero, che il bambino ha bisogno di lei, applica un assioma scorretto indifeso=incapace, non si rapporterà alla pari ma deciderà per lui in base alla propria norma, anziché considerando quella del bambino. Anche “proteggendolo da se stesso”.

Rapportarsi alla pari non significa avere lo stesso peso (non è mica una partita di pugilato) bensì rivolgersi all’altro con lo stesso rispetto e riguardo che si vorrebbe per se. Cosa che implica accettazione. 

Amare nonostante ... cosa significa? Amare anche se è contro o amare non ostacolando (non stando contro)?

Essere (o mettersi) nudo e senza difese nelle mani dell’altro, non giustifica che l’altro faccia quello che vuole.

Ma può sbagliare comunque … E questo, forse, non ha poi così importanza se è l’atteggiamento di fondo quello che viene percepito e assorbito.

 

Non si ama qualcuno perché ha bisogno, se ne ha cura caso mai per questo.

Si ama perché si ama.

Amare per un bisogno corrisponde a soddisfare il bisogno. E’ un’altra cosa.

Ti amo perché hai bisogno di me, fa sentire (cioè la funzione sentire è bloccata) .. forti, necessari, generosi, ..  “guarda cosa faccio per te”. E permette di tenere la situazione sotto controllo.

Ti amo perché ho bisogno di te, colma una mancanza “guarda quanto sei importante per me!” e spinge ad aggrapparsi a colui che ama la “nullità che sono”. Con la costante richiesta di dimostrazioni che non bastano mai. Altra forma di controllo.

Quando terminerà il bisogno, cominceranno le recriminazioni.

Prima o poi, l’amato perché ha bisogno tenterà di essere se stesso, giustamente, e l’altro cercherà di intrappolarlo, costringendolo, anche con sensi di colpa  per l’ “ingratitudine”.

Mentre l’amante perché ho bisogno, che avrà cercato in qualche modo di diventare necessario all’altro, si sentirà tradito e ricatterà moralmente.

Nessuno dei due ama per il proprio piacere, quindi non può darsi .. può dare parte, se non altro, di se.

Cosa mai sarà il rapporto sessuale?

Un’altalena sado-masochista. Non necessariamente ratificata da palesi modalità, cosi dette, devianti. - Il sesso può essere gioco, rappresentazione trasgressiva liberatoria. – Tutt’al più da una ripetizione costante di queste, quasi una ritualità ossessiva, che la rivela. Ma è probabile si attui soprattutto a livello emotivo.

L’amplesso potrebbe anche essere più che soddisfacente, ma l’orgasmo raggiungerà i sentimenti?

 

Perché “hai bisogno di me” deve dimostrare forza e potere. E “ho bisogno di te” sottomissione.

Ma anche il sesso si muove su due principi, se non è altra cosa.

Se non ci si abbandona al femminile il maschile non può essere “libero”.

 

Il bambino piccolo, nudo e indifeso, non ancora coperto da paure, non ha pudori. Ovvero è nudo, ma non si sente vulnerabile.  E’ integro, la frattura non lo ha ancora segnato.

Il "bambino", nudo e inerme, corazzato da tutte le sue difese ha pudori e ansie (sarò all’altezza? si chiede), che lo disarmano visto che i due principi non cooperano.

Il sentimento non può mancare, anche se l’incontro può essere fugace. Ma in fondo non lo si sa, se si sta veramente mettendo in comune la propria materia con quella dell’altro.

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