Nel mito pelasgico
della creazione,
all'inizio dal Caos comparve la Dea di Tutte le Cose, Eurinome che,
afferrando per la coda il fecondo Vento del Nord, crea il serpente Ofione
con cui genera l'Uovo Cosmico, da cui uscirono:
sole, luna, pianeti, stelle e terra.
Pelasgi, antico popolo greco di tradizione matrilineare,
antecedente le invasioni eoliche e joniche. |
Nel mito orfico, è Nyx (la Notte),
dalle ali nere, a essere fecondata dal Vento e a deporre l'Uovo d'Argento,
da cui balzerà fuori Eros, con ali d'oro, a illuminare il mondo e a creare
la terra, il cielo, il sole e la luna.
Orfeo, vate e
musicista sublime del mito greco, fondatore della dottrina mistica
dell'amore, che da lui prese nome.
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Nel mito olimpico, all'inizio di tutte le cose è la Madre
Terra, Gea, che generò Urano (il Cielo stellato), con cui creò il mondo e
dette inizio alle diverse genie: i ciclopi, i giganti, i titani, gli dei dei
quattro elementi.
Il mito olimpico è quello
correntemente conosciuto che riferisce in particolare sulle imprese di
Zeus e della sua corte di dei.
Dei vengono definiti (e non Titani)
i figli di Rea e Crono, rimarcando così un "salto generazionale".
Secondo Robert
Graves, che analizza il mito in chiave storica, il sistema religioso
olimpico è il compromesso tra la tradizione ellenica e quella
pre-ellenica, che segue alle invasioni che segnano il passaggio dal
matriarcato al patriarcato.
Nella tradizione
pre-ellenica viene venerata un’unica Dea Madre, definita in diversi
modi che sottolineano determinate caratteristiche. Rappresentata da
una triade con cui, fondamentalmente, si intendono le tre fasi lunari
e della vita : crescente-gioventù (la vergine), piena-adulta (la
ninfa) e calante-vecchiaia (la vegliarda).
Anche il Sole era
una caratteristica della Dea (Emera, il giorno,
figlia della Notte).
La società era
matrilineare e governata da regine-sacerdotesse.
“I principi consorti
potevano esercitare il potere esecutivo soltanto quando parlavano in
nome della regina e ne indossavano le magiche vesti.”
“Anche quando le donne erano sovrane in materia religiosa, gli uomini
potevano tuttavia agire liberamente in certi campi, senza controllo da
parte femminile, sebbene si possa supporre che essi adottassero certe
caratteristiche del “sesso debole” in seguito considerate peculiari
dell’uomo. Potevano cacciare, pescare, custodire greggi e armenti e
difendere la tribù dagli invasori, purché non infrangessero le leggi
matriarcali.”
da I Miti Greci di Robert Graves
La paternità non
veniva considerata. La vergine (Parthena) era la giovane donna, libera
da vincoli. Da cui la partenogenesi delle
dee. |
Man
mano che il mito si avvicina all'Olimpo sembra perdere magnificenza.
All'origine è sempre la Madre Terra, ma .. le uova vanno perse, mentre
compare l'antenato degli olimpici
(Urano).
Tutto si mescola e sovrappone, creando una confusione che rimanda al Caos.
Le
versioni del mito sono diverse e intricate. Spesso per alcuni personaggi non
si capisce bene di chi siano figli. Le identità si sovrappongono e
confondono a testimoniare che il trapasso da un potere all'altro non è mai
definitivo.
Zeus
reclama paternità .. o “maternità”, di cui acquisisce gli attributi,
una dea alla volta
(sposandole o violandole)
espande il suo potere sui territori della Grande Madre che assimila
(o almeno ci prova ..).
Dunque,
dal
Caos sorge Gea. Che genera nel sonno, come suo simile, Urano, per esserne
avvolta completamente.
Lo genera da sola
(partenogenesi), senza
accoppiamento
(senza Eros, sorto insieme ad essa).
Nel sonno o
all’oscuro avvengono molte cose e, dunque, soffermiamoci un istante su
di essi.
Ipnos, il Sonno, è
figlio di Nyx, la Notte, una delle più grandi dee o, meglio, uno dei
nomi della Grande Madre, la Triplice Dea primigenia che precede gli
olimpici, verso cui Zeus stesso nutre profondo timore.
Altri figli di Nyx sono: Emera (il
Giorno) - le Moire, le dee del fato (in altre versioni del mito
risultano quali figlie di Zeus), a cui nessuno può opporsi - Thanatos (la Morte) - le Esperidi - Nemesi (la “giusta ira”) - l’intero popolo
dei sogni (sinteticamente: le varie emozioni consce e inconsce, in
positivo o in negativo) - Eris (la Discordia) -
le Erinni (le Furie, secondo altre versioni generate da Gea, fecondata
dalle gocce di sangue di Urano punito) -
(per
alcune fonti anche) Ecate.
Tutte divinità strettamente connesse alla Grande Dea e
che sfuggono al controllo di Zeus. |
Gea,
accoppiandosi di notte con Urano genera i Titani
(6 femmine: Tia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe
con la corona d’oro (attributo solare), Teti e 6 maschi: Oceano, Ceo, Crio,
Iperione, Giapeto e Crono).
Dai
Titani Tia e Iperione nascono i Titani Elio (il Sole), Selene
(la Luna) e Eos (l’Aurora).
Elio
e Selene che, oltre a essere fratelli sono sposi, rappresentazione della
coppia soli-lunare, vengono man mano “spodestati” dagli Olimpici, via via
che questi ultimi prevalgono sulla Grande Madre .. quanto meno perché di
loro si parla.
In
un certo senso, gli attributi Soli-Lunari, inizialmente unificati in una
Grande Dea, vengono ripartiti e "interpretati" da diverse divinità. Fra
queste : Apollo,
Ares (Marte),
Artemide (Diana), Atena
(Minerva),
Demetra (Cerere), Hera
(Giunone) e Hestia (Vesta), che fanno parte dei 12 eletti dell'Olimpo
attorno a Zeus,
con Poseidon, Ades
(che all’Olimpo
preferisce il suo oscuro regno),
Afrodite, il di lei consorte Efesto, e anche Urano
(che d’altronde si dice
abbia aiutato Zeus contro il padre),
ma non Cronos esiliato con gli altri Titani.
Hestia, la pacifica dea del focolare, cederà
poi il suo posto a Dioniso (Bacco).
Hera, la moglie, Hestia e Demetra sarebbero sorelle di Zeus.
Apollo,
Artemide,
Ares, Efesto, Atena e Dioniso si dice siano suoi figli.
URANO,
nonno di Zeus, è immenso, invadente. Arriva e poi scompare,
all'improvviso. Gira e rigira Gea e attorno a lei, fecondandola ogni notte.
Ma i figli non li vuole e li sprofonda dentro il ventre di Gea. Fino a che
la dea, per ribellarsi a questa sofferenza, parla ai figli chiedendo
vendetta.
L’unico ad averne il coraggio è Cronos, il
più giovane. D’accordo con la madre, attende che il padre si corichi per
accoppiarsi a lei e con un falce, forgiata da Gea stessa, gli recide i
genitali, gettandoli in mare.
Secondo altre fonti,
Urano sarebbe stato il primo re degli Atlanti. Un signore illuminato e
civilizzante - che, tra l’altro, introdusse l’agricoltura - abile astronomo
e in grado di prevedere il futuro. Insieme a Gea profetizzò a Crono che
sarebbe stato anch’egli detronizzato da un figlio, così come mise in guardia
Zeus rispetto a Metide “saggio consiglio” che gli avrebbe partorito figli
molto più saggi di lui e che il secondo lo avrebbe spodestato. Motivo per
cui Zeus, ingannando la dea incinta di Atena, la inghiottì ... acquisendone
le doti.
AFRODITE (Venere),
dea dell'Amore e della Bellezza, il cui fascino conquista tutti o quasi,
nasce dalla spuma del mare, fecondata dai genitali del padre (Urano), che
Cronos (il fratellastro, dunque) vi gettò dentro.
Vanitosa, superba, gelosa del proprio fascino e potere, scorretta e falsa
pur di ottenere ciò che lei brama. Soprattutto volubile. Ma è anche colei
che si dà completamente e si commuove per gli amanti disperati quando la
invocano.
Secondo un’altra versione Afrodite era figlia di Zeus e della Titanessa
Dione (altro nome
di Afrodite), la
signora della quercia in cui fanno il nido le colombe
(attributo della dea della
fecondità), del cui oracolo l’olimpico si impadronì.
valenza
simbolica di Venere |
CRONOS
(Saturno)
zio di Zeus, è serio, cupo, ombroso e taciturno. Contratto nel bisogno
del potere per timore di venire spodestato da uno dei figli, come la madre e
il padre gli predissero, li inghiotte.
Rhea
(altro nome della
Terra), sua
sorella e moglie, furibonda, con l’aiuto dei genitori, nasconde in una
grotta l’ultimogenito (Zeus), appena nato, e gli da in sua vece un masso
avvolto in un panno.
E
così
ZEUS (Giove) venne affidato alla nonna Gea, la Madre Terra, e crebbe in una
grotta (simbolo
dell’utero)
custodito da due ninfe e nutrito da una capra
(una triade lunare)
o, comunque sia, protetto dalla Grande Madre a cui, cresciuto, chiese
consiglio per sconfiggere il padre.
Anche lui affronta il padre con l'inganno e
l'aiuto materno. Astutamente si fa coppiere del padre e gli mesce le bevande con un emetico. Non
sparge sangue, ma gli fa vomitare tutti i figli inghiottiti e con questi
decide di
cacciare Cronos e tutti gli altri Titani, tranne i due che si schierano con
lui :
Prometeo, creatore dei mortali, e Oceano.
Inizia così una lunga lotta di potere contro la vecchia generazione.
Con
la nuova generazione vittoriosa inizia il regno degli dei olimpici. Meno
cruento del precedente, o almeno così sembra, sicuramente meno caotico e
primordiale: la natura viene sempre più delimitata da edificazioni e leggi,
sotto il dominio del Sole che ha spodestato la Luna.
Zeus, come si sa, è gioviale, ma forte del potere della folgore tiene in
ordine il suo movimentato regno. Volubile e infedele, sempre innamorato, è
un grande trasformista; pur di riuscire a conquistare le sue prede o le loro
doti, usa con pari disinvoltura il potere, la blandizie, l'intenerimento e
l'inganno. Decisamente maschilista ... perché teme il femminile (la Grande
Madre)?
A
Zeus viene spesso attribuita la paternità di divinità femminili preolimpiche,
di cui ingloba i poteri.
valenza
simbolica di Giove |
Fratelli del tonante sovrano dell'Olimpo, o alter ego che
presiedono agli altri mondi, sono Poseidon (Nettuno), signore degli oceani,
e Ades (Plutone), signore degli Inferi. Mentre a Zeus va il cielo e a tutti tre la
terra. Come da sorteggio.
POSEIDON
(Nettuno) è ombroso, invasivo, diventa distruttivo se qualcosa gli
sfugge o gli è portato via. Anch'esso gran seduttore, infedele e rapitore
di donne, che è incapace di trattenere. Il suo regno è il mare, che usa
per allargare i propri confini o dalle cui onde fa emergere animali
fantastici. Il tridente è il suo scettro, con cui calma o agita gli oceani,
come il fulmine di Zeus gli elementi del cielo.
valenza
simbolica di Nettuno |
ADES (Plutone),
il dio oscuro e invisibile, sta rintanato nelle profondità
dei suoi domini, da cui si allontana raramente, più che altro per sedurre
qualche Ninfa. Suo emblema è un elmo che lo rende invisibile e gli permette
libertà di movimento.
E' orgoglioso e geloso del suo regno, da cui nessuno può far
ritorno. Ma un'eccezione c'è, e non è la sola, Persefone, la sposa. Ades la
rapì fanciulla, ma dovette liberarla per via di Demetra
(altra personificazione della Madre Terra),
che disperata per la scomparsa della figlia, lasciava inaridire tutta la
terra. Inquietati, gli dei, ne pretesero il ritorno e lui la lasciò libera.
Persefone riapparse in superficie, trasformata, rinata. Avendo
però mangiato il
seme del melograno, offertole dal dio, doveva ritornare una stagione
all'anno agli Inferi, dove le era inseparabile compagna l'antica Ecate,
che lo stesso Zeus onora.
Morte, trasformazione e rinascita, di cui tratta questo mito, necessitano
dei territori oscuri che la luna continua a dominare anche nell'era
olimpica.
valenza
simbolica di Plutone |
HERMES (Mercurio), il “puer divino”, figlio di Zeus e
della Ninfa Maia, neonato già stupisce per la capacità di trasformarsi
rapidamente, per arguzia e eloquenza, per la spudoratezza con cui mentisce.
Ladruncolo inafferrabile, intelligente e versatile, fu nominato messaggero
degli dei e intermediario fra i diversi regni, protettore dei viaggiatori e
dei mercanti, e anche dei ladri. La sua inventiva non ha limiti.
Questo dio multiforme è spesso in antagonismo amichevole con Apollo o al suo
servizio. Arte, musica, divinazione e medicina passano dall'uno all'altro.
I suoi attributi sono le ali, ai piedi e sul berretto tondo, e il caduceo.
Quale psicopompo accompagna le anime dei morti per facilitarne il
trapasso.
valenza
simbolica di Mercurio |
ARES (Marte),
figlio di Zeus e Era, aggressivo dio della guerra, forte e violento, è
malvisto dai suoi stessi genitori e dai più degli olimpici, che lo ritengono
stupido. La sua impulsività lo rende irriflessivo.
Di lui si parla poco e
poco dicono, se non di guerre o per spettegolare della bella Afrodite, che
per lui nutre insaziabile passione. Giovane dio dei giovani, protegge
giovinezza e le messi dorate. Da fanciullo
venne affidato a Priapo
(divinità pastorale) che di lui fece un danzatore perfetto,
prima che un guerriero.
valenza
simbolica di Marte |
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