Coperti, nascosti, quasi sempre imprigionati, i piedi sono la parte più trascurata del nostro corpo, quella tenuta in più bassa considerazione forse perché, viene da pensare, tanto lontana dalla testa e l’espressione “ragionare con i piedi” non è certo un complimento.
Atteggiamento ingrato visto i servizi che ci rendono di buon grado, con umiltà e modestia: sostengono, infatti, il peso del nostro corpo, ci portano in giro, ci fanno scappare quando serve.
Ma c’è molto di più, è, infatti, possibile “leggere i piedi”, anche se tale pratica è poco diffusa sia perché è la parte del corpo più coperta quasi tutto l’anno, sia per l’effettiva scomodità pratica.
La loro forma, il modo in cui una persona li usa per sostenersi, per camminare e per stare in equilibrio, indicano quanto la sua stabilità è ben radicata; spesso il modo in cui l’individuo è piantato fisicamente al suolo è identico al suo assetto, alla struttura emotiva della quale le malformazioni evidenziano debolezze e vulnerabilità, continuamente ricordate “ad ogni piè sospinto” per i dolori che spesso provocano.
Espressioni del parlare comune tipo “ha i piedi per terra” oppure “camminare con i piedi di piombo”, infatti, non sono semplici similitudini o descrizioni figurate, ma al senso dei termini corrispondono esattamente delle realtà psicologiche.
Le
dita, nel loro insieme, compongono i diversi aspetti che formano l’intera personalità e, svincolate dalla costrizione delle scarpe, con la possibilità, finalmente libere, di aprirsi ed estendersi, esprimono, nella forma e nelle proporzioni, quali di tali aspetti è dominante.
Infine le
linee situate sotto la pianta che, benché più confuse e meno conosciute delle loro sorelle che percorrono le mani, ci rivelano comunque le nostre tendenze e il potenziale, i successi e la strada che il destino ci ha preparato.
|