Ci sono però altri linguaggi che trascuriamo, o
addirittura ignoriamo, che le mani generosamente ci propongono.
Osserviamone la forma, il rapporto tra palmo e dita,
il rapporto delle dita fra
di loro: ne potremo ricavare le nostre caratteristiche di fondo,
l’armatura rigida entro la quale ci possiamo muovere, gli aspetti
immutabili della personalità, così come rimane immutabile durante tutta la
vita la struttura della mano che cresce con noi mantenendo fisse le sue
proporzioni.
Secondo la teoria dei tre
mondi, sapremo se siamo più istintivi che razionali o se
sono le emozioni a dirigere le nostre scelte.
Il raffronto tra mano sinistra e destra,
evidenzia le eventuali contraddizioni e quanto sprechiamo, o ben
utilizziamo, il potenziale naturale.
C’è poi l’aspetto dinamico, il linguaggio della nostra
crescita che nel rigonfiamento dei monti ci dice di
quanta energia siamo forniti, nella forma e nello sviluppo mutevole
delle linee ci parla delle emozioni e della
razionalità, della vitalità e del rapporto che riusciamo a costruire
con chi ci circonda, linee che segnano il percorso futuro nei suoi
momenti più importanti e cruciali.
Ci sono, infine, i
segni particolari,
l’elemento più estroso e personale, che aiutano a fotografare nei più
intimi dettagli, la situazione del presente.