Il foglio bianco rappresenta lo SPAZIO/universo in cui ci muoviamo e ogni gesto-segno dello scrivere rivela sentimento e comportamento in relazione a questo universo.
Nel momento in cui la penna tocca il foglio/SPAZIO
scaturisce il PUNTO di contatto,
l'IO scrive e si espande (CERCHIO),
entra in relazione (LINEA)
Il movimento parte da sinistra
(per noi occidentali)
passato, interiorità, radici, IO
e se ne allontana andando verso destra
futuro, esterno/mondo,
l'ALTRO.
Il movimento che va verso l'alto rappresenta lo spirito, gli ideali, la ragione
e anche ASCESI
spiritualità, fantasia, megalomania
|
quello verso il basso l'impulso, i bisogni, la sessualità
e CADUTA
approfondimento, segreto, depressione
|
Ed ora, molto sinteticamente, alcuni elementi di grafologia.
Termini e definizioni hanno evidente riscontro
nel linguaggio simbolico.
In genere un valore portato all'eccesso si annulla
trasformandosi in altro, per esempio una flessibilità estrema più che
adattamento indica influenzabilità, dipendenza, opportunismo. Mentre se manca
indica il contrario, in questo caso rigidità, contrasto.
La collocazione spaziale ha un suo significato
preciso (come sopra indicato) e, pertanto, nel considerare certi elementi
vengono privilegiati il corpo centrale (tutte le lettere prive di allunghi) o
gli allunghi cioè le parti della lettera che vanno oltre il corpo centrale.
Lettere con allunghi superiori : b, d, h, l -
inferiori :
g,
p, q, t. Solo la f li ha entrambi.
Il bagaglio energetico si mostra nella pressione
del tracciato,
le aste ne rivelano le modalità di utilizzo
ovvero il grado di adattabilità nella
flessibilità o meno:
a destra (rilassamento),
rette (tensione),
a sinistra (contrazione) .
Il modo di
percepire si mostra
- nel calibro (dimensione) che rivela soprattutto il concetto che si ha di se
- nella larghezza delle lettere che si apre o meno a contenere
- negli allunghi
in riferimento all'interazione fra ragione e istinto
- nel tratto morbido o angoloso.
Il segno curvo rimanda alla
coppa, al movimento di
apertura estroversiva. Gli angoli
(della croce)
segnalano le difficoltà che si incontrano nel mondo oggettuale e le modalità di
difesa applicate che introducono un tratto introversivo (suscettibilità,
diffidenza, adattamento).
Il modo di porsi si rivela
- nella tenuta del rigo (che idealmente esiste anche nel
foglio bianco) che indica una buona stabilità emotiva, senza adagiarvisi o
impiantarvisi staticamente. L'eccitazione solleva, fino alla presunzione,
da cui a volte si ripiomba dolorosamente a
terra. La depressione fa scivolare in giù.
- nell'inclinazione : ci si tira indietro per diffidenza, per respingere e rifiutare. Fino a instaurare una controversia preventiva. Ci si lascia andare perché si desidera, per proiettarsi verso un obiettivo. O per
accaparrare.
(Nota : gli esempi, evidentemente artefatti, hanno lo scopo di mostrare le
variazioni di inclinazione, in questo caso, di pressione, di curvatura,
proiezione, ecc.
Con un invito a percepire, anche, attraverso immagini che catturano la mente
... come
le
due "scimitarre" del terzo uffa che si scontrano in tenzone [controversia
preventiva] ...
o di questa f
che
richiama
romanticamente la gondola, ..)
A volte alcuni segni grafici sembrano una
rappresentazione per immagini .. e anche questo parla.
- nella dinamica del gesto (parallelo) che
assimila più o meno entro parametri ordinati, (sinuoso) che esplora a
ventaglio per confrontare e rielaborare, (contorto) che analizza e verifica e
controlla
- nella personalizzazione dell'ordine o disordine,
che sfugge o meno alla replica composta dei segni, in maniera vivace, caotica,
incomprensibile
- nei ricci (tratti più o meno brevi in più nelle lettere), cioè i
"capricci" in bene o in male del carattere
- negli inceppamenti del
gesto .. che, se non è colpa della penna, qualcosa dicono ... ansia,
interruzione o intensificazione del flusso emotivo, ..
- nel procedere lento, fluido o impaziente della grafia
Le modalità di relazione vengono svelate
- dalla larghezza che Io-che-scrivo lascio fra una
lettera e l'altra. Vale a dire che le lettere mi rappresentano e lo spazio fra
una e l'altra è quello che lascio per farti entrare o meno. Se fra una lettera e
l'altra c'è, mediamente, lo spazio in cui può essere infilata un'altra lettera
.. siamo alla pari.
- dalla larghezza che Io-che-scrivo lascio tra una
parola e l'altra che misura la mia capacità di senso critico, di interscambio
fra ragione e sentimento, che scioglie il mio soggettivismo e dichiara se lo
spazio che sono disposto a darti (tra una lettera e l'altra) sono in grado di
utilizzarlo equamente. (Questo spazio mediamente dovrebbe poter contenere 4
lettere)
- dall'inclinazione delle lettere (vedi gli "uffa"
sopra)
- dal legamento fra una lettera e l'altra, che
da la misura dell'attaccamento (troppo se tutte sono collegate) o del distacco
(altrettanto se gli stacchi prevalgono nettamente)
Naturalmente, quanto sopra è solo una schematizzazione approssimativa.
Manca, tra l'altro, un fattore essenziale: l'interazione dei singoli elementi, necessaria a dare un'immagine corretta.
Un segno che, isolato, può sembrare eccessivo può controbilanciarne un altro che indica il contrario.
Per esempio, in una scrittura molto curva gli angoli, che sono indice di atteggiamento reciso, tagliente, ostinato, diventano segnale di volontà e disciplina che può correggere una tendenza passiva e regressiva. Viceversa in una molto angolosa le curve possono smussare le spigolosità e la tendenza a chiudersi.
Così come gli arricchimenti o le semplificazioni della scrittura che segnalano rispettivamente
- ricchezza di vedute che può arrivare fino a una eccessiva fantasticheria o ricerca di originalità narcisistica
- essenzialità, a volte geniale, che può decadere in un'aridità mutilante, come mutilate risultano alcune lettere
e
che, quindi, sono interpretabili sensatamente solo inseriti nel contesto globale.
|