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da “Incontro con l’Androgino” di Elémire
Zolla
La tradizione
esoterica ebraica
Benché l'androgino
non abbia avuto un ruolo centrale nell'Occidente cristiano, l'archetipo ha
agito stranamente nell'ombra come un fermento nascosto.
L'Occidente è un
innesto sull'antico albero d'Israele, dal quale differisce tanto
profondamente.
Cristianesimo e
giudaismo sembrano condividere la stessa Bibbia, ma le letture dello
stesso testo sono tra loro lontanissime. Israele, come la Cina antica, è
tanto essotericamente patriarcale quanto esotericamente androgino, dedito a
un'attenta, instancabile opera di equilibrio. Il Genesi (1:26-28) ci
fornisce l'indicazione cruciale:
Ed Elohim disse:
«Facciamo l'uomo [àdàm, 'il terrestre';
Àdàmàh è 'la terra'] a nostra immagine [tzelem, 'figura' o
'immaginazione' e, secondo la Cabala, anche 'destino' o 'forma', l'abito di
luce, o corpo glorioso, o corona, perduta nella caduta e restituita a Mosé]
e a nostra somiglianza, e che regni...» Ed Elòhim creò l'uomo [àdàm]
a sua immagine, a immagine di Elòhim lo creò maschio e femmina, e li
benedisse, ed Elòhim disse loro: «Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite
la terra» [questa indicazione veniva interpretata nel senso che Adamo si
estendesse dal cielo alla terra].
«Immagine» veniva
letta come 'uomo' e «somiglianza» come 'donna'. Ne seguiva che l'uomo era
destinato a regnare solo quando fatto a immagine e somiglianza di Dio.
Se l'androgino
Adamo è il riflesso di Dio, allora anche
Dio deve essere androgino (inferenza che, tuttavia, non viene esplicitamente
tratta nella letteratura rabbinica midrashica; solo nei testi cabalistici l'androginia
di Dio emerge chiaramente). Dio in quanto manifestazione, nella Cabala come
nel Tantra, è l'androgino in congiunzione con se stesso, le due polarità
unite in assoluta beatitudine. Le analogie con l'induismo sono
impressionanti: nella Tripura Samhità troviamo perfino Eva come lato
sinistro di Adamo («Il saggio sa che la femmina risiede nel lato sinistro
del maschio»).
Nel nome di Dio, (JHVH),
il cabalista legge (J) il Padre, (H) la Madre e (VH) l'androgino cosmico, o
Figlio-e-Figlia, creati congiunti schiena contro schiena, ma separati nel
processo di evoluzione del cosmo per ricongiungersi faccia a faccia. JH è la
manifestazione primordiale della divinità, VH la successiva unificazione.
Nel Genesi il passo
1:20 viene letto come: «Le acque generino il rettile, l'anima vivente [Khayah,
la 'creatura vivente'], quando il Padre e la Madre si congiungono nel
movimento delle acque tutte le cose si moltiplicano». JHVH, che non prende
parte alla creazione (il creatore nel Genesi è Elohim), è il maschio;
Elohim è la femmina, il potere, il regno, Saktì che plasma le forme
della realtà manifesta. L'unione del maschio e della femmina è l'unione di
giustizia e giudizio, misericordia e severità, destra e sinistra, delle due
colonne o rami opposti dell'albero della vita.
Quando Elohim
decise di dividere Adamo in due, lo immerse in una sorta di sonno o di
morte. Egli (o ella) creò quindi la donna dal lato sinistro di Adamo o,
secondo alcuni commentatori, dalla sua metà inferiore («da Dio visibilmente
adornata e imbottita»). La divisione in due divenne così realtà, e
l'androgino si riforma quando l'uomo e la donna si congiungono; il corpo
ritrova allora la sua unità, come l'albero della vita «che nutre tutti gli
esseri viventi, nella cui ombra si riposano le bestie del campo e sui cui
rami nidificano gli uccelli dell'aria».
L'emanazione di Dio
(Yesod, il Fondamento, che sta per il fallo, il Giusto) penetra
nell'emanazione inferiore (Malkuth, il Regno, Misericordia, l'utero),
il cui centro è Gerusalemme o la Giustizia. Gli eserciti di Dio sono le due
emanazioni. Gloria (Hod) a sinistra e Vittoria (Netzach) a
detra sono i testicoli che raccolgono gli oli consacrati provenienti
dall'alto: dall'emanazione sinistra dell'Analisi o Severità (Ghevurah)
e da quella destra della Sintesi o Misericordia (Ghedullah).
Ma, lo Zohar
afferma, ogni benedizione s'irradia dal cranio dell'uomo quando il respiro
(hevel) non viene esalato (metafora della congiunzione sessuale
estatica) e il seme bianco (maschile) e quello rosso (femminile) si uniscono
in un solo splendore. Allora «il giusto fruttifica come la palma», e il
fallo diviene ermafrodito.
Le variazioni di
Musil sul tema dell'androgino trovano un sostegno nei testi dello Zohar
commentati dall'Abbé Busson: «Ella aderisce al fianco del maschio, e
viene perciò detta 'mia colomba, mia perfetta'; non si deve leggere 'mia
perfetta' (thamathi), bensì 'mia gemella' (thamuthi), afferma
lo Zohar (capitolo 713). E aggiunge che le anime assorbite nel 'corpo
divino' uniscono 'il giusto' (il Ungam) e 'la giustizia' (yoni):
'Esse si innalzano verso il disco lunare, dove vedono ciò che vedono, e
nella loro allegria salgono e scendono, si avvicinano e si allontanano. La
luna le attrae e fa luce...'»
Perfino il melo di
Musil trova una sua corrispondenza nei testi cabalistici, che identificano
la gloria divina con il meleto del Cantico dei cantici, in cui il
maschio e la femmina si congiungono.
All'interno di
ciascun individuo entrambe le forze, femminile e maschile, sono presenti
come anima e ragione, cuore e cervello. E benché essotericamente i mistici
ebraici identifichino la forza sinistra, femminile (yetzer-ra), con
il male, gli insegnamenti esoterici affermano che un uomo è tanto più grande
quanto più grande è la sua yetzer-ra, perché quando egli riesce a
dominarla essa diviene la sua alleata e l'uomo perfetto contiene entrambe le
forze in armonia fra loro.
È
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