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Dissertazioni sulla Luna Nera

 

Se Sole e Luna formano una coppia inscindibile (è interessante notare che in diverse culture il Sole ha caratteristiche femminili e la Luna maschili), cioè un'unità 1, la relazione
fra Sole e Luna Nera è da vedersi in relazione alla scissione di questa unità e conseguente conflitto.

L'equilibrio-parità degli opposti è infranto e subentrano discriminazione e repressione.
La Luna-sentimento subisce una "perdita" che la frantuma nei diversi archetipi, che ad essa si riferiscono (in particolare, in dèmoni, furie, divinità infere e non 2), "senza pace" che contrastano, tormentano e puniscono a causa del vuoto e dell'incompletezza che la scissione lascia.
La non parità degli opposti spinge alla ribellione, alla trasgressione reattiva e violenta, nel tentativo inconsulto di ricomporre l'unità e ri-trovare l'armonia.

Parlando di unità-intero in equilibrio, automaticamente vengono coinvolti anche tutti gli altri pianeti (divinità) che rappresentano le diverse funzioni della personalità. Per cui qualsiasi "sentimento di perdita" ha a che fare con questa questione.
L'argomento, quindi, si dilata all'infinito. Infatti qualsiasi mito, sia che riguardi un personaggio femminile che maschile, richiama il suo opposto. In quello di Teseo e il Minotauro interviene Arianna. Fra Demetra e Persefone si intromette Ade (Plutone). E questo sintetizzando, poiché in realtà ogni racconto mitico propone una vasta costellazione (come la personalità di un individuo) che rimanda e si intreccia ad altri racconti.

 

 

In questa logica l’Uomo-Terra deve integrarsi col Sistema Solare-Cielo di cui fa parte.

Il cuore di questo sistema è il Sole, che percorrendo lo Zodiaco “attiva” le 12 energie cosmiche (i segni) focalizzandole sulla terra.

Attorno al Sole ruotano i pianeti (Terra compresa) che ne riflettono la luce. Alcuni si trovano all’interno dell’orbita terrestre, altri fuori. Il collegamento fra questo dentro (soggettivo-conscio)  e fuori (oggettivo-inconscio), rispetto alla Terra, è rappresentato dalla Luna, suo satellite, che nel suo giro di rivoluzione attorno ad essa è in parte dentro e in parte fuori l’orbita terrestre.

Terra-Luna, all’interno del sistema solare, rappresentano un’entità (così come ogni pianeta e i propri satelliti) “soggettiva” che per oggettivarsi deve entrare in relazione con tutto il Sistema Solare.

La spinta verso questa integrazione è data dalla Luna Nera, cioè il punto più lontano dalla Terra (all’interno dell’ellittica lunare) dove la attrazione della “Materia” è meno densa.  O, meglio, dove il desiderio di fusione col Tutto è più forte.

Questo non esclude la Materia-Terra, si tratta di trascenderla per fondersi con lo Spirito-Cielo.

La Luna Nera3 apre le porte al Fuori, sente il richiamo dell’Unità Primordiale.

La coppia Giove – Saturno mette in contatto col sociale, ma il piano trascendete di Urano, Nettuno e Plutone diventa accessibile e potente solo attraverso la Luna Nera4 che oltrepassa i limiti della materia. 

 

1

da “Incontro con l’Androgino” di Elémire Zolla

La tradizione esoterica ebraica

 

Benché l'androgino non abbia avuto un ruolo centrale nell'Occidente cristiano, l'archetipo ha agito stranamente nell'ombra come un fermento nascosto.

L'Occidente è un innesto sull'antico albero d'Israele, dal quale differisce tanto profondamente.

Cristianesimo e giudaismo sembrano condividere la stessa Bibbia, ma le letture dello stesso testo sono tra loro lontanissime. Israele, come la Cina antica, è tanto essotericamente patriarcale quanto esotericamente androgino, dedito a un'attenta, instancabile opera di equilibrio. Il Genesi (1:26-28) ci fornisce l'indicazione cruciale:

 

Ed Elohim disse: «Facciamo l'uomo [àdàm, 'il terrestre'; Àdàmàh è 'la terra'] a nostra immagine [tzelem, 'figura' o 'immaginazione' e, secondo la Cabala, anche 'destino' o 'forma', l'abito di luce, o corpo glorioso, o corona, perduta nella caduta e restituita a Mosé] e a nostra somiglianza, e che regni...» Ed Elòhim creò l'uomo [àdàm] a sua immagine, a immagine di Elòhim lo creò maschio e femmina, e li benedisse, ed Elòhim disse loro: «Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra» [questa indicazione veniva interpretata nel senso che Adamo si estendesse dal cielo alla terra].

 

«Immagine» veniva letta come 'uomo' e «somiglianza» come 'donna'. Ne seguiva che l'uomo era destinato a regnare solo quando fatto a immagine e somiglianza di Dio.

Se l'androgino Adamo è il riflesso di Dio, allora anche Dio deve essere androgino (inferenza che, tuttavia, non viene esplicitamente tratta nella letteratura rabbinica midrashica; solo nei testi cabalistici l'androginia di Dio emerge chiaramente). Dio in quanto manifestazione, nella Cabala come nel Tantra, è l'androgino in congiunzione con se stesso, le due polarità unite in assoluta beatitudine. Le analogie con l'induismo sono impressionanti: nella Tripura Samhità troviamo perfino Eva come lato sinistro di Adamo («Il saggio sa che la femmina risiede nel lato sinistro del maschio»).

Nel nome di Dio, (JHVH), il cabalista legge (J) il Padre, (H) la Madre e (VH) l'androgino cosmico, o Figlio-e-Figlia, creati congiunti schiena contro schiena, ma separati nel processo di evoluzione del cosmo per ricongiungersi faccia a faccia. JH è la manifestazione primordiale della divinità, VH la successiva unificazione.

Nel Genesi il passo 1:20 viene letto come: «Le acque generino il rettile, l'anima vivente [Khayah, la 'creatura vivente'], quando il Padre e la Madre si congiungono nel movimento delle acque tutte le cose si moltiplicano». JHVH, che non prende parte alla creazione (il creatore nel Genesi è Elohim), è il maschio; Elohim è la femmina, il potere, il regno, Saktì che plasma le forme della realtà manifesta. L'unione del maschio e della femmina è l'unione di giustizia e giudizio, misericordia e severità, destra e sinistra, delle due colonne o rami opposti dell'albero della vita.

Quando Elohim decise di dividere Adamo in due, lo immerse in una sorta di sonno o di morte. Egli (o ella) creò quindi la donna dal lato sinistro di Adamo o, secondo alcuni commentatori, dalla sua metà inferiore («da Dio visibilmente adornata e imbottita»). La divisione in due divenne così realtà, e l'androgino si riforma quando l'uomo e la donna si congiungono; il corpo ritrova allora la sua unità, come l'albero della vita «che nutre tutti gli esseri viventi, nella cui ombra si riposano le bestie del campo e sui cui rami nidificano gli uccelli dell'aria».

L'emanazione di Dio (Yesod, il Fondamento, che sta per il fallo, il Giusto) penetra nell'emanazione inferiore (Malkuth, il Regno, Misericordia, l'utero), il cui centro è Gerusalemme o la Giustizia. Gli eserciti di Dio sono le due emanazioni. Gloria (Hod) a sinistra e Vittoria (Netzach) a de­tra sono i testicoli che raccolgono gli oli consacrati provenienti dall'alto: dall'emanazione sinistra dell'Analisi o Severità (Ghevurah) e da quella destra della Sintesi o Misericordia (Ghedullah).

Ma, lo Zohar afferma, ogni benedizione s'irradia dal cranio dell'uomo quando il respiro (hevel) non viene esalato (metafora della congiunzione sessuale estatica) e il seme bianco (maschile) e quello rosso (femminile) si uniscono in un solo splendore. Allora «il giusto fruttifica come la palma», e il fallo diviene ermafrodito.

Le variazioni di Musil sul tema dell'androgino trovano un sostegno nei testi dello Zohar commentati dall'Abbé Busson: «Ella aderisce al fianco del maschio, e viene perciò detta 'mia colomba, mia perfetta'; non si deve leggere 'mia perfetta' (thamathi), bensì 'mia gemella' (thamuthi), afferma lo Zohar (capitolo 713). E aggiunge che le anime assorbite nel 'corpo divino' uniscono 'il giusto' (il Ungam) e 'la giustizia' (yoni): 'Esse si innalzano verso il disco lunare, dove vedono ciò che vedono, e nella loro allegria salgono e scendono, si avvicinano e si allontanano. La luna le attrae e fa luce...'»

Perfino il melo di Musil trova una sua corrispondenza nei testi cabalistici, che identificano la gloria divina con il meleto del Cantico dei cantici, in cui il maschio e la femmina si congiungono.

All'interno di ciascun individuo entrambe le forze, femminile e maschile, sono presenti come anima e ragione, cuore e cervello. E benché essotericamente i mistici ebraici identifichino la forza sinistra, femminile (yetzer-ra), con il male, gli insegnamenti esoterici affermano che un uomo è tanto più grande quanto più grande è la sua yetzer-ra, perché quando egli riesce a dominarla essa diviene la sua alleata e l'uomo perfetto contiene entrambe le forze in armonia fra loro.

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Generalmente, tutte queste figure si riallacciano alla fertilità (e, quindi, al sesso) e la loro rabbia è conseguenza a un torto subito. Le vittime (si dice) sono principalmente bambini e uomini con cui colpiscono l’Altra (parte di se che desidera ciò che le è stato tolto o negato).

Il terrore che provocano è pari a quello generato da Ecate, la Triplice Dea preolimpica, a cui Zeus stesso non può opporsi.

E’ interessante notare che le Dee Ctonie erano le custodi della Legge e dell’Ordine. 

Dunque questi Demoni (dal greco daimon che significa divinità) oscuri diventano terrificanti quando l’armonia è assente. 

 

Più comunemente, questo demone viene chiamato Lilith, spesso confuso con la Luna Nera. Sebbene questi due archetipi abbiano parecchie caratteristiche comuni, astrologicamente Lilith è un asteroide satellite del sole che appartiene alla cintura di asteroidi situati fra Marte e Giove. Dove se ne trovano molti altri.

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3

Simbolicamente la Luna rappresenta (tra l’altro) il passaggio dalla vita alla morte poiché ogni mese per tre notti scompare e poi riappare e cresce, sempre più luminosa, prima di decrescere ancora.

Il Nero-Buio (opposto pari al Bianco-Luce con cui condivide le stesse caratteristiche: somma dei colori o loro negazione) è il colore della sostanza primordiale, della Morte come promessa di Rinascita (il vecchio muore perché il nuovo sia).

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4

Nella mitologia greca, Ecate, figlia della Notte, personificazione della Luna (in particolare della Luna Nuova – in congiunzione col Sole), il cui nome pare significasse anche “colei che sta lontana” (come la Luna Nera rispetto alla Terra), era la triplice dea  dal potere supremo su Cielo, Terra e Inferi.

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