Etimologie, aforismi e ...

 

arcano : dal latino arca(m), da avvicinare ad arcere 'tener lontano', quindi 'difendere, proteggere'.

Ciò che è contenuto in un'arca o custodia. 

L'arca (di Noè) contiene tutti gli elementi necessari alla restaurazione ciclica.

 

 

archetipo : dal greco archetypon : archè 'principio' + typon 'modello'

Significa primo esemplare assoluto e autonomo.

In filosofia, modello primitivo delle cose, del quale le manifestazioni sensibili della realtà non sono che filiazioni o imitazioni.

In psicanalisi,il contenuto dell'inconscio collettivo, cioè le idee innate o la tendenza a organizzare la conoscenza secondo modelli predeterminati innati.

Si tratta, in altre parole, di immagini tipo, originarie-arcaiche, che fanno parte della memoria collettiva (nel corso del tempo si sono trasformate col modificarsi della coscienza-conoscenza, pur mantenendo il medesimo significato archetipico) cui si attribuisce un determinato valore simbolico.

 

 

etimologica : dal greco etymon 'vero, verace' – loghia 'logia' : significato autentico della parola.

E' la scienza che studia l'origine e la storia delle parole ricollegandosi alla forma più antica da cui derivano.

 

 

estetica : dal greco aisthanesthai “percepire, sentire” . In tal senso è la capacità di percepire i sentimenti, più che  la bellezza esteriore della forma. Il che rimanda alla percezione e ricerca soggettiva dell'armonia, al di là di qualsiasi parametro esterno codificato.

 

 

improprio e verità

Per comprendere e comunicare con chiarezza sarebbe necessario un uso proprio del linguaggio, che essendo un' insieme di convenzioni (fonetiche e morfologiche, rispetto alla forma, sintattiche e lessicali, rispetto al significato) necessarie per la comunicazione orale e l'espressione scritta … purtroppo viene influenzato dalla (convenzione) scelta comunemente accettata di particolari criteri, con riguardo ai vantaggi pratici che ne derivano, spec. nei rapporti reciproci (per es. l'adozione da parte di più paesi di una identica unità di misura .. e .. passivamente seguita dalla maggioranza (le c. sociali) che ne modifica il senso nel tempo, in base all'atmosfera che spira.

Così molti vocaboli oggi emarginano la verità intrinseca che la parola aveva in origine, facendola diventare altro in base alla morale corrente, applicando di conseguenza modalità improprie, che producono collegamenti quanto meno imprecisi.

Ecco che naturale viene assimilato a normale, sebbene spesso siano in contrapposizione, poiché le convenzioni sociali possono etichettare come anormale un comportamento naturale sulla base della morale (dal lat. mos moris = costume) corrente.

Perdendo la loro integrità le parole arrivano a volte ad assumere più significati, in relazione al contesto o meno, che possono addirittura essere contradditori. Si creano quindi una serie di fraintendimenti, aggravati dal fatto che spesso si tende a dare per scontato ciò che si sottintende (per esempio il senso che si applica alla parola usata), che impediscono di riconoscere o distinguere il vero significato di ciò che viene detto. Questo è il motivo fondamentale, oltre al fascino della ricostruzione quasi archeologica, per cui viene qua e là citata l'etimologia di alcuni termini. Nel tentativo di risalire all'origine e, dunque, alla “verità” della parola oltre l'abituale definizione (dal lat. definire limitare/finire completamente/de-) per meglio intenderci.

E, confortata da quanto il dizionario Le Monnier riporta alla voce etimologia - “L'individuazione o la ricostruzione degli etimi, sostanzialmente stimolata da processi associativi spontanei, sia che venga poi perseguita con rigore scientifico, sia che, al contrario, si appoggi su arbitrarie giustapposizioni di forme o di significati, …” - qualche volta lascerò scorrere mano e mente in associazioni im-probabili.

Che poi nel medesimo testo si riscontri che 'l'etimologia è una scienza aleatoria', cioè incerta e rischiosa come l'alea (gioco di dadi) il termine latino da cui deriva … poco importa (come non fosse il linguaggio odierno altrettanto). A me piace giocare...

La Verità .. mm... La verità è un gioco di precisione. Le parole, se ben usate, posso aprire finestre sulla verità. Naturalmente bisogna ripulirle ovvero cercare di vederne il fondo.

La chiarezza è una cipolla! a volte sbucciarla fa piangere, ma il pianto pulisce gli occhi, apre le vie respiratorie .. poi mangiarla fa bene a un sacco di cose. Certo che l'analogia è una chiave molto interessante.

"Perché mai, Pannychis, la gente dice sempre verità approssimative, come se la verità non risiedesse soprattutto nei singoli dettagli? Forse perché gli uomini stessi sono soltanto qualcosa di approssimativo. Maledetta imprecisione." (da La morte della Pizia, Friedrich Durrenmatt)
 

 

iniziato, iniziazione da iniziare e per associazione rito dal lat. ritu(m)  ‘cerimonia religiosa' - Viaggio

dal dal latino inire ‘entrare (ire) dentro (in-) originariamente legato all'introduzione ai misteri religiosi, e solo più tardi a quello di ‘dare principio'

 

Iniziare significa andare dentro .. la cosa da scoprire, cioè sperimentare. Quindi Viaggio nel senso si penetrare nell'esperienza verso cui ci si avvia.

 

Il rito dell'Iniziazione, perso nel suo significato originario, è la preparazione a questo.

E' il passaggio da una fase o esperienza a un'altra. Vale a dire una nuova nascita e, in quanto tale, sacra. Da trattare con cura.

Ma, prima, è necessario azzerare il passato, cioè superarlo. Questo poteva essere il senso dell'isolamento, spesso in luogo oscuro, del digiuno e dei rituali di purificazione, che precedevano la cerimonia. Essere buttato nel chaos dell'assenza (l'essere altrove rispetto all'usuale), cioè in uno stato simile al prima del conosciuto. Avere fame (mentre si eliminano le scorie del vecchio cibo) per riconoscere l'impulso e il sentire propri. Ripulirsi da qualsiasi intenzione, sentimento e pensiero precostituiti, per accogliere con purezza il nuovo.

Ritornare vergine.

Dell'esperienza precedente quello che deve rimanere è l'uso appropriato di sé. Nessun ricordo attraverso cui filtrare il da conoscere, per non deformarlo.

Superata questa pausa, che rimescola quanto è stato finora sperimentato (rimodellando le funzioni) si forma una nuova base da cui muoversi ri-nati.

La celebrazione è ufficiale per condividere con la comunità questo evento che la arricchirà. Poiché se l'individuo ha messo in comune il suo essere, ogni suo miglioramento sarà tale anche per gli altri.

Questa cerimonia sancisce l'avvento dell'Inizio.

E il cerimoniere che lo rende sacro si impegna, bene-dicendolo, ad accompagnarlo e sostenerlo.   

L'Iniziato indossa nuovi abiti per procedere, a indicare che è tornato indietro dal chaos, consapevole e rinnovato.

 

 

labirinto : dal greco labyrinthos, inizialmente riferito alla reggia cretese di Minosse, il Palazzo della (ascia) Bipenne - labrys –, da cui pare derivi il termine.

 

A livello simbolico il labirinto significa difesa, poiché nasconde e protegge il tesoro celato nel suo centro dalle interferenze e dalle aggressioni, cioè dai condizionamenti che possono snaturarlo. E prova, in quanto percorso necessario a raggiungere e svelare il segreto sacro che protegge. Questo tesoro segreto (cioè separato - dal lat. secernere), questo centro, è l'integrità e la totalità dell'essere. E' il luogo ove attivo e passivo, maschile e femminile, divino e animale, e tutti i contrari si incontrano e uniscono.

Da notare che l'ascia bipenne pare unificasse genere femminile (le due labbra della doppia ascia) e maschile (l'impugnatura).

 

 

panico  : quel senso misterioso di sgomento  che gli antichi ritenevano cagionato dalla presenza del dio Pan. 

Dal gr. Panikós aggettivo di Pan, dio della natura

 

... Vale a dire l'eco di Pan?

dal gr. écho, ‘suono, rimbombo, eco' derivato di echêin ‘risuonare'  cioè l'acutizzazione di tutto.

 

 

La quintessenza : “Nel linguaggio degli antichi, non è altro che la quinta essenza (pémpton stoichêion) o sostanza o elemento, che si ammetteva esistere oltre i quattro elementi o sostanze di cui il mondo è formato: terra, acqua, aria e fuoco. Questa quinta essenza, l'etere, non entrava affatto nella composizione delle cose terrestri, e non era quindi conoscibile; di essa erano formati soltanto i corpi celesti.

La parola fu usata poi nella chimica medioevale per designare la sostanza intima e fondamentale di un corpo, ed è rimasta anche nel linguaggio moderno ad indicare la proprietà ultima e caratteristica di un dato oggetto o fenomeno”.

“Per gli alchimisti, la parte più pura delle cose, ottenuta dopo cinque distillazioni”

 

 

scuola  : dal greco skholé `tempo libero', dedicato allo svago della mente, cioè lo 'studio' e in seguito 'luogo ove si attende allo studio'.

 

Da un'intervista a Elémire Zolla sulla differenza tra il modo indiano di trasmettere e di ricevere la cultura e quello occidentale: 

<Nella trasmissione indiana della cultura c'è molta più forza rispetto a quella occidentale. L'indù, fin da bambino, partecipa alla celebrazione dei riti della casa e quindi entra nel mondo vedico. Questa partecipazione a una vita rituale non è frequente in altri Paesi. L'Indiano entra nella tradizione già a un anno, quindi non c'è quella distanza, fra la natura dell'uomo e la sua educazione, che si è in qualche modo imposta in Occidente. 

Nelle scuole dei villaggi indiani i bambini prestano all'insegnamento un'attenzione diversa rispetto a quella dei bambini occidentali. Infatti, in tali scuole l'insegnamento consiste semplicemente nell'accostarsi a una persona più adulta, più capace, come è sempre stato nella storia. In Occidente, invece, c'è una scuola che schiaccia il bambino, che reprime quasi tutti i suoi istinti più vivaci, tutte le sue tendenze più naturali. Questo vuol dire che, in Occidente, i bambini, per lo più, vengono assassinati dalla scuola.>

 

 

simbolo : dal greco symbolon, 'segno di riconoscimento'.

Da symballein 'mettere insieme' : syn 'con, insieme' + bàllein 'mettere, gettare'.

Il simbolo mette insieme elementi e logiche diversi, ne sintetizza e nel contempo amplia il significato. Combina influenze consce e inconsce, spirituali e istintuali, in conflitto o in processo di armonizzazione.

Strumento universale, mai totalmente decodificabile, è il luogo ove i contrari si incontrano e si alternano in combinazioni fluttuanti, imprendibili, ma sempre all'interno di un'unica visione, in costante mutamento. Un aspetto ne richiama un altro, in variazioni infinite che offrono chiavi di interpretazione, alla cui base un concetto-idea origina concatenamenti fra interno/esterno, positivo/negativo (cioè opposti), in relazione a se stesso e a tutto quanto lo circonda.

Il mondo dei simboli è misterioso, le sue origini si perdono talmente in la nel tempo che sembra quasi non avere origini, perché fa parte di quelle connessioni incomprensibili che esistono nell'universo.

Chiave importante di interpretazione nella 'divinazione', che è la capacità o virtù di svelare, decodificare ciò che segni e simboli occultano. Diviene, così, uno strumento di conoscenza e comprensione per giungere ad una maggiore consapevolezza, per meglio conoscere e comprendere i molteplici aspetti del proprio essere e amalgamarli armonicamente per raggiungere la propria integrità. Cioè quella totalità dell'essere che consente un migliore, perché appropriato, utilizzo delle potenzialità.

Capire le tendenze e gli atteggiamenti apparentemente inconciliabili, da cui derivano debolezze e conflittualità, dà modo di accettarli e scioglierli attraverso la loro trasformazione e integrazione, di riscoprire e rivalutare i propri talenti e divenire più autentici. Questo rende possibile liberarsi dai condizionamenti che limitano per crescere, anche attraverso l'accettazione dei ritmi naturali e ciclici che accomunano l'uomo alla natura e a tutto l'universo.

Una maggior consapevolezza di se consente, inoltre, una migliore comprensione dell'altro e di quanto circonda e, quindi, di interagire in modo più armonico.

 

 

tossina : da greco toxikón, orig. 'veleno di cui s'intingono le frecce dell'arco' (tóxon=arco, freccia …  cioè qualcosa che penetra, ferisce).

 Un parallelismo interessante : in greco un altro termine per veleno è pharmaki, col significato simbolico di dispiacere, amarezza, ma che corrisponde anche a medicina, cura.

 

 

vanità : dal latino vanu(m) ‘vuoto, privo'.

Da confrontare con vacare, ‘essere vuoto' e vastu(m) ‘vuoto, spopolato',

 

 

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